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La poesia dei corpi

  • Dicembre 2022

Sono Preto Teo, ho 28 anni, sono poeta e scrittore, sono brasiliano, sono un uomo trans, sono nero, sono grasso, sono alto circa 1,65 cm e in questo momento ho baffi e pizzetto. Faccio parte dal 2019 del collettivo di battaglia poetica Slam Marginália.

Un microfono aperto

Lo slam nasce nel centro di São Paulo, nel largo di São Bento, un luogo della città significativo da un punto di vista culturale perché è stato punto di ritrovo di chi faceva hip-hop negli anni Ottanta e Novanta. Nel 2017 questo spazio è stato scelto come scenario della Batalha Dominação, un contest di rap aperto inizialmente a sole donne. Prima del contest c’era un microfono aperto dove varie persone che scrivevano poesie si potevano esibire. Da quel microfono è nato il bisogno di creare un contesto nuovo ed autonomo, uno spazio di parola esclusivo per le persone transgender che fanno poesia. Un luogo aperto alle bichas, agli sapatões, alle mulheres cis lesbicas. Parliamo sia di dissidenza di genere che di orientamento sessuale. Così nel 2019 nello stesso posto, nel largo di São Bento, è nato lo Slam Marginália. Oggi i principali componenti del collettivo sono tre: Bibi, io e Warley Noua, che è entrato da poco. Slam Marginália è, di fatto, uno spazio di aquilombamento di corpi trans razzializzati. È un contesto dove questi corpi possono incontrarsi con una certa sicurezza e possono esprimere le proprie vulnerabilità. Possono sfogarsi, sapendo che saranno ascoltati. Il fatto stesso che sia un luogo dove noi possiamo esistere, senza paura, e dove ci possiamo esprimere, fa di questo spazio una rete di scambio ed affetto. Nello slam non si fa solo poesia: le persone si baciano, ballano, conversano, fraternizzano. Nel contesto destrutturato e libero della strada, le persone portano e vendono ciò che producono: disegni, fanzine, cibo, dolci, vestiti, orecchini. Quando come collettivo veniamo contattati per esibirci in alcuni contesti culturali, cerchiamo sempre di coinvolgere coloro che hanno partecipato alle varie edizioni dello slam garantendo loro un cachet. È il modo con cui valorizziamo l’arte di chi ogni mese anima la nostra iniziativa.

Al margine

La dimensione del corpo è particolarmente importante nello slam: qui viene data priorità e valore alle voci di corpi che non trovano spazio nei grandi media, o nel mercato del lavoro, o anche nella stessa scena culturale artistica brasiliana. Essere un corpo trans vuol dire sistematicamente stare al margine e lo slam si propone come uno spazio di parola e di ascolto per i nostri corpi marginali. Nello Slam Marginália non possono partecipare uomini cis, perché la voce dell’uomo ha già ampio spazio nella società, strutturalmente e storicamente da secoli. Oltre alla dimensione del corpo un altro elemento importante è quello del colore della pelle. Oggi il gruppo organizzativo è fondato esclusivamente da persone razzializzate e afrodiscendenti. In Brasile esiste un razzismo strutturale ed essere un corpo trans allo stesso tempo razzializzato colloca una persona in una posizione di estrema vulnerabilità. Il Brasile è al primo posto nel mondo per numero di omicidi di persone transgender e la maggior parte dei corpi assassinati, incarcerati e vulnerabilizzati in questo paese sono corpi neri. Io oggi ad esempio, nel momento in cui sono nella mia transizione, non soffro tanta transfobia. Questo succede perché oggi difficilmente chi mi vede in strada direbbe che sono una persona trans. È da anni che prendo gli ormoni, ho la barba e non ho più il seno perché ho fatto una mastectomia. Questo mi colloca in una posizione più sicura nel mio quotidiano e mi dà un maggiore accesso, ad esempio, al mercato del lavoro. Quindi posso dire che oggi sono vittima molto più di razzismo, in quanto corpo nero, che di transfobia. E per anni, prima che cominciassi il processo di transizione, ho sofferto di machismo per aver abitato il corpo di una donna. Certe ferite profonde le porto ancora dentro di me.

Soffrire, condividere, amare

Io faccio poesia perché ho bisogno di esternare sentimenti e emozioni, riflessioni e pensieri. Facciamo poesia e arte perché abbiamo innanzitutto bisogno di sopravvivere a questo mondo, poi perché abbiamo bisogno di guadagnare soldi e poi ancora per poter condividere tutto questo con un pubblico, ricevere riconoscimento, sostegno e affetto. Ho cominciato a scrivere a 12 anni, quando ero adolescente. All’inizio come sfogo e poi capendo sempre di più il valore che tutto questo aveva, non solo per me. I temi delle mie poesie, come del resto di molte poetesse e poeti dello slam, vertono sulla nostra condizione di vita e automaticamente diventano una denuncia di dolore. Il Brasile ammazza il maggior numero di persone trans al mondo e queste morti sono un dato statistico e numerico. Esistono delle morti anche immateriali, che non sono conteggiate. Queste morti derivano dalla sofferenza psicologica che diventa malattia, dall’esclusione dal mercato del lavoro, dalla vulnerabilità finanziaria, dalla dipendenza dalla droga, dalla prostituzione compulsiva. La morte non è solo materiale, corporea, ma anche immateriale in tutti quei casi in cui le persone trans in Brasile vivono una condizione di sofferenza. Ecco cosa c’è nelle poesie decantate nello slam ma c’è anche l’amore che si crea tra questi nostri corpi, c’è la necessità di stare assieme, il bisogno di condividere, di capirsi e rafforzarsi. Le poesie sono un inno alla potenzialità della nostra cultura. Essere trans porta con sé tutta una cultura, un modo specifico di vivere, sentire e comunicare. Questo riguarda anche molto il modo in cui si esprimono i nostri corpi e si relazionano tra loro. I nostri corpi si relazionano in una maniera molto più libera, nonostante le complessità date dalle nostre esistenze marginali e vulnerabili; i nostri corpi si rafforzano parecchio quando si incontrano e quando hanno l’opportunità di elaborare insieme nuove strategie di sopravvivenza, di affetto e di amore.

Contrario

corpo chiuso, ma cuore aperto
pancia piena, passare la carta di credito senza paura
e altri tipi di certezza all’inizio del mese,
sempre nella vita
sarà questo ciò che loro provano?

entrare in qualsiasi spazio, qualsiasi
anche negli spazi riservati ai neri
essere ben accolti, ascoltati e interpretati
essere dentro alla dimensione del bello,
Ma cosa è bello?

sogno americano
ma io sono pindoretâmico
mi hanno rubato la storia dei miei antenati
nonostante questo
Io li sento, non solo
loro parlano con me, mi indicano la strada
non sono mai stato e mai sarà solo
e neanche muoio

Contrário

corpo fechado, mas o coração aberto
barriga cheia, passar o cartão sem medo
e outros tipos de certeza de começo de mês, só que sempre
na vida
será que é o que eles sente?

entrar em qualquer espaço, qualquer um
até nos espaços pretos
ser bem recebido, ouvido e interpretado
estar dentro do sentido de bonito
que é ser bonito?

sonho americano
mas sou pindoretâmico
me roubaram a estória dos meus antepassados
independente
eu os sinto, mais que isso
elus falam comigo, me indicam caminhos
nunca fui e nem serei sozinho
eu nem morro

Glossario

  • Preto Teo – tradotto in italiano, Nero Teo. Il termine preto a volte sostituisce negro, termine storicamente usato in Brasile in forma dispregiativa.
  • uomo trans – un uomo trans è un uomo al quale alla nascita, sulla base di caratteristiche fisiche, è stato assegnato il sesso femminile.
  • bichas, sapatões, mulheres cis lesbicas – termini gergali in portoghese brasiliano che definiscono varie di categorie di persone dentro l’universo LGBTQ+.
  • aquilombamento – i quilombos erano comunità di schiavi neri affrancati durante l’epoca coloniale. L’aquilombamento è l’atto di assumere una posizione di resistenza contro-egemonica da parte di un corpo politico.
  • razzializzato – Preto Teo identifica con questo termine le persone afrodiscendenti.
  • pindoretâmico – termine indigeno tupì che si usa per definire le popolazioni ancestrali, come i neri e gli indigeni.

Foto, intervista e traduzione ☉☉ Luca Meola

Slam Marginália

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